Asina Luna a Peschiera Borromeo, fiorentina e brace indimenticabili vicino a Milano

Siete di quelli che storcono il naso quando vi dicono che in questo o quel ristorante si sta come a casa propria? Anche io. Ma questa volta dovete credermi. Al ristorante Asina Luna di Peschiera Borromeo, in località Mezzate, ogni dettagli è famigliare, studiato con attenzione al fine di creare un ambiente accogliente come pochi.

In questo eccellente ristorante di carne il merito è tutto dei titolari: lo chef Riccardo Succi e della moglie Tiziana Dinoia, che si occupa della sala e dei vini. Se cercate un indirizzo in cui gustare la brace come si deve, gestita con sapienza ed un piglio moderno, ad una manciata di minuti da Milano ecco ciò che fa per voi.
Il nome del ristorante arriva da una strofa scritta dal grande cantautore Fabrizio De Andrè, per cui Riccardo ha una vera passione: “Oh bedda mea l’aina luna”.

Il locale si presenta caldo, con manufatti, quadri che sanno di artigianalità italiana. Alcuni dei mobili appartengono da generazioni alla famiglia dello chef. Nella prima sala un’imponente cantina in vetro mette in bella mostra l’abbondante scelta di etichette (che si possono consultare da tablet). In mostra nella loro teca frigorifera anche i pregiati tagli di carne, dalla fiorentina frollata 80 giorni ricoperta di grasso nobile di vitello, alla Kobe Wagyu giapponese. C’è poi un’ampia serie di filetti. Dietro, sempre a vista, la griglia a legna.

Il mio consiglio, a meno che non siate davvero degli esperti cultori della carne, è quello di lasciarvi guidare nella scelta da Tiziana. Con tutta la meravigliosa carne vista all’ingresso io mi sono buttato direttamente sulla carne con la C maiuscola. A proposito, c’è un buon profumino in area griglia ma l’impianto di areazione del locale è ineccepibile: se mangia la griglia e non si esce arrostiti. Se riuscite resistere al Pata Negra iberico 100% (18 euro), allora scegliete la Tartare di filetto di Scottona con sedano, raspadura, noci e granella di uovo (14 euro). In alternativa non badate a spese e lanciatevi su una degustazione di Wagyu di Kyoto (100 g per 29 euro).

Tra i filetti, intriganti quello di Angus irlandese servito con moutarde in grani (25 euro) e quello di Scottona con foie gras e caviale di sesamo (28 euro). Ma arriviamo alle proposte con cui togliersi la voglia di (buona) carne per un bel po’. C’è la Fiorentina di Scottona prussiana con frollatura 60 giorni Dry Aged (55 euro al kg), la Fiorentina di Rubia Gallega (80 euro al kg). Ancora la T-Bone di Angus del Nebraska (70 euro al kg) e la L-Bone di Angus irlandese (55 euro al kg). Una chicca? La Fiorentina proveniente dalle masserie dei Fratelli Varvara di Altamura (65 euro al kg). Si tratta di una realtà in cui si utilizzano solo bovini adulti vissuti allo stato brado, alimentati con erba, piante aromatiche, legumi e foglie d’ulivo, macellati a fine vita.

E se proprio non amate la carne, in menu anche qualche buon piatto di pesce. Ci sono il Polpo croccante con insalata di finocchi, arance e riduzione di avocado e lime (12 euro). Tra i primi gli Gnocchetti verdi fatti in casa con gamberi rossi di Mazara e zucchine julienne (12 euro). Tra i secondi il Trancio di tonno rosso del Mediterraneo con battuta di olive, basilico e menta, accompagnato da filetti di pomodoro ramato e capperi di Pantelleria (22 euro). Validi i dolci.

Leggi sul sito di Puntarella Rossa